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Scienza e farmaci

Vino, è scontro su etichetta alert. Ricercatrice: «Rende cervello più piccolo? Dissento, ecco perché»

A scatenare la polemica alcune dichiarazioni dell'immunologa Viola sui rischi legati all'alcol

23 Gennaio 2023

Continua a far discutere la posizione della docente dell’Università di Padova e immunologa, Antonella Viola, che appoggia la scelta dell’Irlanda di indicare sulle bottiglie di vino e alcolici i rischi per la salute. In un editoriale a sua firma pubblicato su La Stampa, la scienziata fa riferimento ad alcuni studi che indicano un rischio aumentato, nei bevitori e/o semplici consumatori di alcol, di forme tumorali e possibili effetti sul cervello. Viola fa riferimento a uno studio recente pubblicato su Nature, attraverso il quale i ricercatori hanno dimostrato che “le persone che bevono da uno a due bicchieri di bevande alcoliche al giorno  hanno un volume del cervello inferiore e presentano visibili alterazioni strutturali rispetto a chi non beve”.

Molti i rappresentanti della comunità scientifica che si sono letteralmente scagliati contro l’immunologa, e tra questi capofila è l’infettivologo Matteo Bassetti che, provocatoriamente, ha pubblicato su Facebook una foto nella quale stringe nella mano un calice di vino, invitando la collega a «non estremizzare». Per il direttore di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, infatti, quello della Viola «è un messaggio corretto dato nella maniera sbagliata», come spiega all’Adnkronos Salute.

 

Ma Bassetti non è il solo a prendere le distanze dalle posizioni della docente dell’Università di Padova.

«Il vino in sé per sé, in particolare quello rosso, è un alleato del benessere del cervello se utilizzato in dose contenuta, ovvero 1 bicchiere al giorno, poiché contiene una serie di sostanze anti-ossidanti tra cui i polifenoli in grado di ridurre la neuro-infiammazione. Questo processo risente di una serie di fattori, alcuni dei quali legati alle abitudini alimentari». Lo spiega all’agenzia Dire la professoressa Arianna Di Stadio, docente all’università di Catania e ricercatrice onoraria presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione Ucl Queen Square Neurology di Londra, rispondendo, di fatto, alle dichiarazioni di Antonella Viola.

«I cibi processati, i salumi e gli affettati  ̶  prosegue Di Stadio  ̶  sono deleteri per l’alto contenuto di grassi, che vanno a depositarsi nelle arterie riducendone il calibro ed il flusso di sangue anche al cervello, causando una sofferenza di organo che induce una neuro-infiammazione. D’altra parte, però, sappiamo che un altro alimento ricco di grassi, come i formaggi, che però contengono anche elementi in grado di modulare positivamente la neuro-infiammazione, non è assolutamente deleterio, se non consumato in eccesso, e lo è ancor meno se associato al vino».

 

«Scientificamente  ̶  sottolinea inoltre  ̶  si parla di  “Paradosso francese”. La popolazione transalpina, infatti, sebbene grande consumatrice di formaggi e di buon vino, non presenta un incremento del rischio cardio-vascolare, come ci si aspetterebbe da questa alimentazione. Questa riduzione del rischio è stata collegata all’uso contenuto di vino, insomma in “media stat virtus” come dicevano i latini. Le proprietà benefiche dei polifenoli sono note e molte di più delle sole antiossidanti, sono infatti in grado di migliorare la memoria e la trasmissione nervosa».

Arianna Di Stadio afferma che «un conto è parlare di vino rosso, un altro di alcolici e super-alcolici che, invece, eccezion fatta per il brandy, che è un estratto di uva, e le grappe, sono deleteri in assoluto. L’abuso di vino e l’uso di super-alcolici, in genere associati ad altri vizi, come ad esempio il fumo, il consumo e abuso di cibi non proprio salutari, aumentano sia la neuro-infiammazione nel cervello che il rischio di sviluppare malattie croniche e tumori».

 

«Mezzo bicchiere di vino rosso consumato durante i pasti migliora la circolazione  ̶  dice ancora Di Stadio  ̶  contribuendo a mantenere libere le arterie, carotidi che portano il sangue al cervello, e a migliorare il flusso del sangue nel cervello, migliorandone le sue funzioni. La dieta mediterranea, che include anche l’utilizzo di dose morigerate di vino, si è confermata anche quest’anno come la miglior dieta in grado di prevenire le malattie-cardiovascolari e utile contro le malattie neuro-degenerative».

«So di studi osservazionali, non ancora pubblicati e in revisione  ̶  tiene a informare  ̶  che parlano di danno da alcolici indipendentemente dalla quantità. Innanzitutto, finché uno studio non è pubblicato, come molti che invece valutano gli effetti benefici delle molecole contenute nel vino, ha limitata validità scientifica, seppur faccia notizia. Inoltre, lo studio è stato condotto in Inghilterra, dove c’è sicuramente un utilizzo di alcolici più importante che in Italia. Infine, gli studi osservazionali, scientificamente hanno un valore limitato perché “osservano” e non tengono conto di tanti altri fattori – chiamati co-morbidità – che possono influenzare i risultati».

«Un po’ di vino, frutta e verdura e l’olio di oliva sono alleati della nostra salute, mentre l’abuso di alcolici, grassi e il fumo sono invece deleteri. Io personalmente bevo il vino raramente, sebbene mi piaccia, più che altro per il suo elevato contenuto calorico  ̶  conclude Di Stadio  ̶  però ammetto che un Primitivo di Manduria è una tentazione difficile a cui resistere!».

 

(ph: Shutterstock)

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