Sistemi sanitari e Covid. Evelina Zakamskaya: «Il mondo aveva dimenticato i virus»
L'esperta russa in sistemi sanitari: «Dobbiamo imparare a mettere sul podio la professione medica e il ruolo degli scienziati»

Al XIII Forum Economico Eurasiatico di Verona il Coronavirus e il suo impatto sui sistemi sanitari ed economici a livello globale è stato al centro di numerosi dibattiti che hanno visto ospiti di rilievo provenienti dalla Federazione Russa offrire la loro testimonianza in merito. Tra questi, anche Evelina Zakamskaya, caporedattore del canale TV Doctor e conduttrice di Russia 24 TV ed esperta di sistemi sanitari, che ha rilasciato a VSalute un’intervista esclusiva.
Zakamskaya è stata protagonista del panel su come ripensare i sistemi sanitari globali al tempo del Covid-19.
Come è stata trattata l’emergenza Covid in Russia?
In Russia il virus è stata una sorpresa, in quanto ci si ammala spesso di influenze e raffreddori stagionali, motivo per il quale il Covid-19 in un primo momento è stato preso molto alla leggera. E ancora oggi, c’è una parte della popolazione che non crede nell’esistenza di questo virus. Molti quindi, inizialmente, non distinguevano la semplice influenza dal Covid, ma quando poi i contagi sono risultati in aumento e ci sono stati i primi decessi, allora si è iniziato a valutarlo diversamente.
Data questa situazione, come riuscite quindi in Russia a comunicare bene ciò che i cittadini dovrebbero fare per salvaguardarsi?
Abbiamo spiegato l’importanza delle mascherine e dei vari metodi per contrastarne la diffusione. Ci ha molto aiutato anche in questo l’istituzione rapida di un sistema di test che fosse alla portata del Paese.
Si parla del vaccino anti Covid che dovrebbe essere generato proprio in Russia. Quali novità in merito?
Ci sono già diversi tipi di vaccino, di cui due sono già registrati. Il primo è un vaccino abbastanza innocuo, creato dall’Istituto Gamaleya, e realizzato sulla base di vaccini già esistenti creati dal medesimo istituto scientifico contro il Sars e il Mers negli anni precedenti. Il secondo è creato invece da un Centro studi immunologici, Vector, uno dei più importanti dove sono contenuti tutti i virus esistenti al mondo, e questo ha un funzionamento differente rispetto al primo. E anche questo è stato già registrato. Il terzo vaccino sarà pronto a febbraio e sarà creato nell’Istituto di ricerca contro la poliomelite e parte da un altro meccanismo di azione, seppur sempre efficace.
Cosa dobbiamo imparare dall’epidemia?
Che è un problema del quale si devono occupare tutti i Paesi e sistemi sanitari del mondo. Prima la ricerca a livello globale era molto incentrata sulle malattie non infettive, dimenticando che nel mondo esiste una gran quantità di virus e malattie virali. Dobbiamo quindi imparare ad essere pronti contro il nemico virale, ad avere un numero sufficiente di posti letto, di medici, di esperti pronti ad affrontare in qualsiasi momento la minaccia proveniente da un virus. Dobbiamo poi imparare a mettere sul podio la professione medica e il ruolo degli scienziati che lavorano costantemente a nuove scoperte contro i mali che possono affliggere l’umanità.