Sindrome dell’occhio secco: le donne le più colpite
Gli ormoni sessuali incidono sulla patologia: ecco come

La sindrome dell’occhio secco, dovuta ad una ridotta produzione di lacrime, è complessa e multifattoriale. I principali sintomi riportati dai pazienti sono sensazione di corpo estraneo, bruciore, fotofobia, visione offuscata e prurito che, oltre a causare disagio oculare, possono portare anche a disturbi visivi e problemi di lubrificazione, fino a danni alla cornea. La patologia, nota anche come “dry-eye”, interferisce quindi con le più semplici attività quotidiane come leggere, lavorare al computer oppure guidare, costituendo un importante problema di salute pubblica.
A soffrirne è circa il 20% della popolazione mondiale, ma le donne ne sono colpite dalle due a quattro volte di più rispetto agli uomini della stessa età e tale differenza si accentua dopo la menopausa (con il 90% delle donne che vanno incontro alla patologia). Questo perché gli ormoni sessuali svolgono un ruolo attivo nella patogenesi della malattia. Se n’è discusso a Roma in occasione del 14esimo Congresso Nazionale degli Oculisti AIMO, in programma fino a sabato prossimo presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur. Coordinatori della sessione, dal titolo ‘Superficie oculare al femminile’, la dottoressa Romina Fasciani, dirigente medico presso il Policlinico ‘A. Gemelli’ UCSC di Roma e membro del consiglio direttivo di AIMO, e il professor Antonio Di Zazzo, docente di Malattie dell’apparato visivo presso la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.
«La sindrome dell’occhio secco è una patologia molto comune nella popolazione mondiale ̶ ha spiegato il professor Di Zazzo ̶ circa il 20% ha o ha avuto episodi di discomfort oculare che hanno limitato la qualità di vita di questi pazienti. Le donne, in particolare, sono affette da questo disturbo in virtù di alterazioni ormonali che possono essere causa o concausa di questa patologia. La sindrome dell’occhio secco limita la qualità della visione, offuscando spesso la vista delle nostre pazienti, altera quindi la stabilità della lacrima causando prurito, bruciore e irritazione, quindi sintomi di occhio secco e di prurito in contemporanea. Inoltre può dare intolleranza alle lenti a contatto e determinare dei filamenti mucosi. Una adeguata terapia profilattica, però, sarà in grado di prevenire i disturbi e di migliorare non tanto la quantità di vista, ma la qualità di vita delle pazienti affette da questa patologia».
L’equilibrio tra estrogeni e androgeni, hanno fatto sapere gli esperti, è importante nel determinare il rischio di occhio secco. Numerose evidenze cliniche dimostrano che la patologia dell’occhio secco è correlata ad alterazioni e disfunzioni ormonali, come durante la menopausa, a seguito di tumore al seno e di tumori ginecologici e nella sindrome da ovaio policistico.
«Durante la menopausa, in particolare ̶ ha proseguito il dottor Di Zazzo ̶ la secchezza oculare è favorita dalla carenza estrogenica e androgenica che determina una riduzione del liquido secreto dalle ghiandole lacrimali. La morfologia dell’epitelio corneale viene dunque modificata dalle fluttuazioni ormonali, con notevole impatto sul benessere oculare e sulla qualità di vita». Anche le donne che subiscono un intervento chirurgico per il cancro al seno soffrono di un drastico cambiamento ormonale, che determina effetti psicologici e fisici, come la secchezza sistemica. Questa secchezza iatrogena del cancro al seno (BCID) può essere correlata all’iperandrogenismo funzionale, alla menopausa farmacologicamente indotta dagli inibitori dell’aromatasi o a una chemioterapia peri-operatoria a lungo termine, che spesso è obbligatoria.