Sanità, al via nuovo contratto nazionale: incrementi di 175 euro al mese
In vigore da subito e riguarda circa 550mila operatori sanitari

È stato siglato ieri, 2 novembre, il contratto collettivo nazionale del comparto Sanità per il triennio 2019-2021 presso la sede dell’agenzia per la rappresentanza nazionale delle pubbliche amministrazioni (Aran) di Roma. Alla firma erano presenti Cisl, Cgil, Uil, Fials, Nursind e Nursing up. Il nuovo contratto, il primo dopo la pandemia, entra in vigore da subito e interessa circa 550mila dipendenti del Sistema sanitario nazionale ed enti sanitari, in particolare infermieri e altri operatori. Gli incrementi previsti sono di circa 175 euro al mese.
Il contratto prevede inoltre l’indennità per gli infermieri, la nuova classificazione professionale (si istituisce l’area delle elevate qualificazioni) e la regolamentazione dello smartworking per gli amministrativi, che prevede le due modalità del lavoro agile e del lavoro da remoto, con turni che rendano più facile la conciliazione tra lavoro e vita privata.
Sul piano del trattamento economico, l’accordo riconosce, dal primo gennaio 2021, un incremento medio a regime degli stipendi tabellari di 91 euro medi per 13 mesi e una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa di 12 euro al mese per 13 mensilità. Inoltre, per il nuovo sistema di classificazione professionale è stato previsto un ulteriore impegno finanziario delle aziende e degli enti del comparto di 13 euro al mese per 13 mensilità.
Il contratto, in applicazione di alcune disposizioni previste nelle ultime due leggi di bilancio, istituisce inoltre l’indennità di specificità infermieristica per i profili di infermiere, l’indennità di tutela del malato e promozione della salute per altri profili del ruolo sanitario e socio-sanitario e una specifica indennità destinata al personale operante nei servizi di pronto soccorso.
(ph: Imagoeconomica)