Salute: mercurio nel mare a Trieste
Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina: "Limitare pesce a donne incinte"

“Sebbene l’esposizione ambientale a mercurio nei residenti costieri del Friuli Venezia Giulia non sia critica, è comunque consigliabile alle donne in gravidanza limitare il consumo di pesce locale ad un solo pasto alla settimana. Il tonno e i pesci provenienti da altri mari possono invece essere mangiati più liberamente”. E’ la conclusione dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) allo studio pilota appena pubblicato sulla rivista ‘Environmental science Pollution research international’ dall’Unità clinico-operativa di Medicina del lavoro dell’Asugi in collaborazione con il ‘Mercurylab’ del Dipartimento di Matematica e geoscienze dell’Università di Trieste. L’obiettivo dello studio è stimare l’esposizione cronica a mercurio nella popolazione in un’area storicamente a rischio, il Golfo di Trieste, maggiormente contaminata da mercurio a causa degli scarichi nel fiume Isonzo, che per più di 500 anni ha drenato l’attività estrattiva del cinabro del distretto minerario di Idrija (Slovenia), chiusa dal 1995. Lo studio è stato condotto su campioni di capelli di 301 volontari (119 maschi e 182 femmine) cui è stato sottoposto anche un questionario su informazioni socio-demografiche e sullo stile di vita. La concentrazione media di mercurio riscontrata è stata di 1,63 milligrammi per chilogrammo, leggermente al di sopra della soglia di 1,0 milligrammi raccomandata dall’Organizzazione mondiale della Sanità unicamente per donne in gravidanza e bambini, ma molto lontano dalla soglia di tossicità per l’uomo, ovvero 10 milligrammi per chilo. In dettaglio, il 55,6% degli intervistati ha presentato una concentrazione superiore a 1,0, il 22,9% maggiore di 2,0, e due soggetti hanno superato i 10 milligrammi per chilogrammo.
Il principale fattore di rischio associato all’accumulo del mercurio, spiegano dall’Asugi, è la quantità di pesce consumato settimanalmente. In particolare i livelli nei capelli sono significativamente superiori con il consumo di crostacei e molluschi e inferiori in caso di pesce congelato. Il risultato per il Golfo di Trieste è influenzato anche al fatto che la pesca di pesce di grossa taglia, come il tonno, è stata bandita dalle coste del Friuli Venezia Giulia proprio perché accumula durante la vita maggiori quantità di mercurio rispetto al pesce piccolo