Glitter: vietata la vendita in Europa
Perché questa decisione?

La Commissione Europea ha stabilito che dal 15 ottobre 2023 non sarà più possibile commercializzare prodotti che contengono al loro interno glitter liberi, ovvero quelli che possono disperdersi nell’ambiente. Una disposizione emanata lo scorso 25 settembre, a fronte di uno studio dell’ECHA (l’Agenzia europea che analizza le sostanze chimiche) pubblicato sul The Guardian e dedicato alle microplastiche, presenti in enormi quantità, non solo negli ambienti marini e terrestri, ma anche nel sangue umano.
La Commissione Europea auspica con questo provvedimento di ridurre l’inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030: pare siano 42.000 all’anno le tonnellate di microplastiche presenti nei prodotti di uso comune e poi disperse nell’ambiente.
La Cosmetics Europe – The personal care Association (Associazione europea dell’industria cosmetica a cui aderisce anche Cosmetica Italia) ha chiesto alla Commissione europea un chiarimento che conferma che sono concessi specifici periodi transitori e possono continuare a essere venduti fino a:
– 16 ottobre 2027 compreso, per i cosmetici da risciacquo (comma 6b)
– 16 ottobre 2029 compreso, per i cosmetici leave-on (comma 6d)
– 16 ottobre 2035 compreso, per i prodotti da trucco, i cosmetici per labbra e unghie (comma 6c). Dal 17 ottobre 2031 al 16 ottobre 2035, per continuare a essere venduti, i prodotti per il trucco, le labbra e le unghie dovranno recare un’etichetta che indichi che contengono microplastiche.
A partire dal 17 ottobre 2023 (data di entrata in vigore della restrizione) è vietata:
– la immissione sul mercato di prodotti cosmetici contenenti microsfere
– la immissione sul mercato di glitter di plastica sfusi (“Loose glitter”) o presenti in prodotti per i quali non è previsto alcun periodo transitorio ai sensi del paragrafo 6 della restrizione (ad esempio giocattoli, tessili).
La restrizione non si applica se i glitter sono costituiti da materiale inorganico (ad esempio vetro, metallo), biodegradabile o solubile in acqua, in quanto in tal caso non si tratta di sostanze classificate come microplastiche*.
Ma dove si trovano le microplastiche?
I frammenti di plastica molto piccoli vengono inclusi in diversi prodotti: nei brillantini utilizzati come cosmetici, nei detergenti per la cura personale e nelle creme per il corpo, in detersivi e ammorbidenti, ma anche in fertilizzanti, in alcuni dispositivi medici, e addirittura nei materiali usati per creare le superfici dedicate agli allenamenti sportivi come l’erba sintetica.
La disposizione si inserisce nel quadro normativo noto come Reach, un regolamento che si occupa della registrazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche nell’Unione Europea, con l’obiettivo di «disciplinare tutte le particelle sintetiche di polimero che presentano dimensioni inferiori a 5 mm e che sono caratterizzate da proprietà come insolubilità e resistenza alla degradazione».
Voci contrarie provengono da influencer e personaggi famosi; in Germania la notizia ha scatenato una vera e propria “isteria del glitter”, con notevole impennata nelle vendite, come racconta il Guardian.
(ph. Shutterstock)
- Fonte: Associazione Nazionale Imprese Cosmetiche (Cosmetica Italia)
