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Scienza e farmaci

Covid, in Cina picco di contagi. Pregliasco: «Vaccinato poco e male»

«Inoltre hanno applicato politica opzione zero: impossibile da raggiungere»

7 Novembre 2022

«In Cina hanno vaccinato poco e male». Così il virologo Fabrizio Pregliasco commenta alla Dire il record di contagi registrato ieri nel Paese asiatico: oltre 5.600 positivi, il dato più alto degli ultimi sei mesi.

«Hanno utilizzato un vaccino che, per quanto se ne sa, non è molto efficace  ̶  continua Pregliasco  ̶  e poi non hanno protetto gli anziani ma hanno fatto la scelta di dedicare il vaccino alle persone in età lavorativa, ossia “chi produce”». Inoltre «la politica adottata dai cinesi è stata quella dell’impossibile ricerca dell’opzione zero, un obiettivo irraggiungibile viste le caratteristiche di questo virus che con le varianti è diventato sempre più contagioso. Ma  ̶  aggiunge il virologo  ̶  anche un po’ più benevolo determinando un certo numero di casi asintomatici che quindi, non essendo facilmente individuabili, sono serviti al virus per creare dei focali».

 

«I continui lockdown adottati in Cina poi  ̶  continua Pregliasco  ̶  hanno ridotto l’esposizione delle persone al virus, dunque in molti non lo hanno mai incontrato e sono ancora suscettibili. È come se fossero rimasti indietro con l’orologio. Tutto questo crea problemi di “rigurgito” dei contagi».

Problemi che, però, non ci devono spaventare. «Nel nostro Paese, così come in altre parti d’Europa, abbiamo adottato una politica di mitigazione, ossia provvedimenti che avevano l’obiettivo di ridurre la velocità della diffusione del virus  ̶  spiega ancora il virologo  ̶  per questo oggi ci troviamo meglio rispetto alla Cina: da noi molte persone si sono ammalate e molte si sono vaccinate e questo ha portato a una riduzione degli effetti più pesanti della malattia. Oggi noi riusciamo a governare il virus. La previsione è che ne avremo ancora una presenza con andamenti a onde come quelle di un sasso dello stagno, ma il virus avrà sempre meno impatto. Evolutivamente, infatti, vengono selezionati i virus meno cattivi perché si fanno vedere meno e sono più contagiosi, è quello che si sta verificando col Covid: continua diffusione ma con minore impatto. Andiamo  ̶  conclude Pregliasco  ̶  verso una situazione di convivenza e tolleranza del Covid, anche emozionale».

 

(ph: Imagoeconomica)

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