Covid-19, residenze anziani a rischio collasso. L’appello di ANCORA e URIPA
Volpe (Presidente ANCORA e URIPA Veneto): «La seconda ondata probabilmente non salverà nessuna delle strutture»

Roberto Volpe, Presidente ANCORA – Associazione Nazionale di Coordinamento degli Organismi di Assistenza Pubblica e Presidente URIPA VENETO – Unione Regionale Istituzioni e Iniziative Pubbliche e Private di Assistenza:
«Abbiamo ritenuto fosse tempo di chiarire il tema delle residenze per anziani. Come stiamo vedendo, questa seconda ondata sta colpendo più pesantemente il sistema della residenzialità per anziani. Il numero di strutture colpite dipende ovviamente molto anche dall’asintomaticità che in questa seconda fase prevale ed è noto a tutti. Quindi, questa è una rappresentazione di come avviene il contagio oggi. Si parla delle responsabilità delle strutture. Noi non abbiamo all’ingresso delle nostre strutture uno scanner che ci indica se l’operatore è asintomatico o meno. Il 29 marzo, a fronte di quasi 360 strutture, quelle colpite dal Covid erano circa 55-60 e con un tasso di mortalità relativamente basso. Un periodo che abbiamo superato, nonostante le vittime, anche grazie al lockdown. Questa seconda ondata probabilmente non salverà nessuna delle strutture. I nostri soldati, gli infermieri vengono continuamente assorbiti dalle Ulss e noi abbiamo carenza di personale».
«Oggi scaricare la responsabilità interamente sulle strutture per anziani non è possibile. Il dramma degli infermieri che mancano è un problema che andrà lungo, negli anni. E tra poco non avremo più neppure medici che assisteranno i nostri residenti ̶ prosegue Volpe ̶ . E un giorno saremo tutti anziani, faremo tutti i conti con questa situazione. A noi, che siamo al fronte in questo momento, ci sono stati tolti i soldati. In Veneto per proporzioni anziani/infermieri, servono 3.500 infermieri. Ad oggi ne contiamo meno di 2000. Stiamo sfinendo il nostro personale. Ma se per gli operatori socio sanitari c’è una certa autonomia per l’acquisizione dei titoli, e comunque siamo in crisi anche verso questa figura, per gli infermieri, dovendo passare dalla laurea e dalla formazione, il problema è ancora più grave. I numeri quindi sono allarmanti. Ma se per gli operatori socio sanitari in qualche modo, anche grazie a dei corsi accelerati, riusciremo a far fronte, per gli infermieri il problema resta grave».
Per Volpe «nell’arco dei prossimi 10 giorni, se non arriveranno provvedimenti restrittivi ulteriori in merito, credo che il 90% delle nostre strutture capitolerà. Già oggi credo ci siano 120 strutture toccare dal contagio».
«Abbiamo poi un altro problema che mi preme evidenziare: una realtà delle Ulss a livello regionale non omogeneo. Ho visto, ad esempio, nei giorni scorsi la Ulss 8 Berica andare in soccorso alle strutture quando c’è stato il bisogno. Ma lo stesso non succede con le restanti Ulss. Sarà difficile tenere fuori il virus dalle strutture, quindi per noi sarebbe importante oggi, attraverso il tampone rapido settimanale, intercettare il nostro personale positivo a seguito dell’immediato contagio. Ora quindi fondamentale è avere tamponi rapidi a sufficienza».
Il Presidente di Altavita-Ira Fabio Incastrini per la provincia di Padova dichiara: «Per Padova la situazione, al momento sotto controllo, è la stessa delle altre province. Stiamo ribadendo da tempo la necessità di fare i tamponi, non solo agli ospiti, ma anche ai nostri dipendenti. Per effettuare i tamponi su tutto il nostro personale ci servono almeno 2 o 3 medici in più e 5-6 infermieri in più. Al di là del tema dei costi, si tratta comunque di garantire ai nostri ospiti la massima sicurezza. Ma garantire questo senza dei tamponi eseguiti con cadenza regolare sarà veramente difficile».
Per la provincia di Venezia interviene Luigi Polesel che evidenzia come «in Ulss 3 Serenissima manchino almeno 180 unità a titolo infermieristico».
In merito alla provincia di Vicenza, Volpe commenta: «Su Vicenza le strutture colpite sono tante. È forse la provincia più colpita in termini numerici di strutture, ma ci sarà un’escalation in questi giorni su tutte le strutture a livello regionale. Sono dati che avremo tra una quindicina di giorni, ma certamente ci sarà un picco», conclude.