Covid-19, OMCeO Roma: «Nel Lazio Uscar insufficienti, vanno raddoppiate»
Il Presidente dell'Ordine Antonio Magi: «Il territorio non riesce a dare risposte immediate»

«Molte persone vanno in Pronto Soccorso pure se hanno la temperatura a 37.1, perché il territorio non riesce a dare risposte immediate. Le Uscar (Unità speciale di continuità assistenziale regionale) fanno quello che possono, negli ultimi giorni finalmente hanno messo in moto l’attività domiciliare e hanno aumentato il numero delle unità, che secondo me però è ancora insufficiente e dovrebbe raddoppiare». È quanto ha dichiarato il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire.
«Per ora c’è meno ricorso alla terapia intensiva e molto più al ricovero ̶ ha spiegato Magi ̶ allo stesso tempo aumenta il ricorso a livello territoriale per gestire questa malattia. Il problema è che negli ultimi 20 anni abbiamo portato tutti i soldi in ospedale e niente sul territorio. Adesso accadrà esattamente il contrario di quanto accaduto durante la prima ondata: mentre prima portavamo tutti negli ospedali, che sono andati in sofferenza, ora portiamo tutti sul territorio, dove però è assolutamente insufficiente il numero dei sanitari che possono gestire le persone a domicilio. Bisognava pensarci prima, sapevamo che la malattia sarebbe stata lunga da gestire sul territorio, ma abbiamo perso del tempo».
Al momento «non preoccupano gli ospedali ̶ ha quindi aggiunto Magi ̶ dove ancora non ci sono problemi, ma si potrebbe chiaramente arrivare a un aumento del numero dei ricoveri». Interpellato infine su un’ipotetica fase 4, il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma risponde: «In questo momento tutti i calcoli dei modelli matematici danno un aumento considerevole del numero dei contagiati».
SUI TRASPORTI FATTO POCO, NON A CASO MILANO PIÙ COLPITA
«I trasporti erano uno dei punti cardine su cui intervenire, eppure non si è agito in maniera più decisa. Personalmente avrei messo in moto tutti i pullman che girano per l’Italia per trasportare i cittadini in massima sicurezza. La città più colpita oggi dal virus è Milano, dove guarda caso il trasporto pubblico funziona bene ed è quello più usato. Qualche errore è stato nuovamente fatto». Così ancora Magi sullo spinoso tema dei trasporti pubblici locali e del loro rischio di diffusione del virus.
La Francia intanto chiude, ma Macron lascia aperte le scuole. Secondo lei è una buona soluzione?
Se le scuole rispettano i criteri di sicurezza non vedo problemi. Anche in Italia, se analizziamo i link epidemiologici, ci accorgiamo che i contagi che partono dalla scuola sono in minoranza, mentre sono molto maggiori quelli che provengono dai trasporti, dalla movida e da comportamenti anomali nelle famiglie, compreso quello del ritorno dei giovani dalle vacanze. Sono questi i luoghi che fanno alzare i numeri, non le scuole.
(ph: Facebook OMCeO Roma)