Carne sintetica, Fondazione Veronesi: «Non rappresenta rischi per la salute»
Ma 3 italiani su 4 dicono "no": il sondaggio Coldiretti

La discussione sulla carne sintetica e il disegno di legge che intende vietarla in Italia infiamma la politica. Portato avanti dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ddl è oggi in discussione in Aula alla Camera dei Deputati, dove Riccardo Magi di “+Europa” accusa il governo Meloni di «oscurantismo». Gli risponde Luca De Carlo (Fdi), specificando che «non c’è alcun divieto né tentativo di sabotaggio alle ricerca». Eppure, sul tema della ricerca si era levata già l’autorevole voce della senatrice a vita Elena Cattaneo, che, in luglio, aveva tenuto un discorso che biasimava l’esclusione degli studiosi per la stesura del ddl. «Da studiosa e da senatrice, sento anche il dovere di manifestare la mia ferma opposizione a una deriva culturale pilotata da portatori di interesse del mondo agroalimentare – aveva aggiunto ̶ , che vogliono impedire a nuovi attori economici di affacciarsi sul loro stesso mercato, facendo dell’Italia il campione mondiale del terrore della conoscenza».
COS’È LA CARNE SINTETICA
Comunemente viene definita “sintetica”, in realtà sarebbe più corretto chiamarla “coltivata”. È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali. Attualmente la carne coltivata è «un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno, una soluzione, ricco di nutrienti ̶ spiega la Fondazione Umberto Veronesi ̶ . Dopo la crescita, queste cellule staminali, che non presentavano alcuna specializzazione, si differenziano in una cellula di interesse, nel caso specifico in una cellula muscolare. Queste cellule staminali si differenziano anche rimanendo all’interno dell’organismo di partenza; quindi, non viene in nessun modo modificata ma procede in quella che è la fisiologia della cellula. Dalle singole cellule, messe insieme, si costituisce poi un tessuto che darà quindi origine a quello che sarà il prodotto finito. La ricerca, in questi anni, si è concentrata per rendere questo processo riproducibile su larga scala. Lo strumento che si è dimostrato utile ai fini del raggiungimento di questo scopo è il bioreattore. Un nome che, anche in questo caso spaventa ma che è stato in realtà già impiegato nella produzione di altri alimenti come birra e yogurt. Lo scopo di questo strumento è di mantenere una temperatura controllata e utile a mantenere in vita le cellule e di rifornirle di nutrienti».
FONDAZIONE VERONESI: «CARNE COLTIVATA NON È UN RISCHIO PER LA SALUTE»
La Fondazione Umberto Veronesi specifica anche che «dal punto di vista della sicurezza alimentare, il consumo di carne coltivata non rappresenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato».
COLDIRETTI: «3 ITALIANI 4 DICONO NO»
Quasi 3 italiani su 4 (74%) dicono no al cibo sintetico prodotto in laboratorio, dalla carne al latte fino al pesce che «gruppi di potere finanziario e multinazionali stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana». Lo sostiene Coldiretti, che dichiara di aver condotto un’indagine con Notosondaggi in occasione della manifestazione di agricoltori e allevatori che hanno lasciato campagne e stalle per scendere in piazza nel giorno del voto finale della Camera sul disegno di legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.
Fonte: Dire
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