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Scienza e farmaci

Aviaria, Pregliasco: «Situazione delicata, ma no allarmismi»

Il virologo: «Bisogna tenere alta la guardia dopo Covid»

13 Febbraio 2023

«L’influenza aviaria rappresenta un rischio da anni, fin dai 18 casi di Hong Kong» registrati nel 1997, con 6 morti, quando per la prima volta il virus aviario A/H5N1 infettò l’uomo.

«Questa malattia è una presenza continua  ̶  e l’insidia cresce – perché rispetto al passato remoto in cui l’aviaria si evidenziava con episodi epidemici, ora è particolarmente diffusa ed è passata ai mammiferi. È quindi giusto parlarne, è giusto raccontarlo, ma senza allarmismo». Lo evidenzia all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università Statale di Milano.

 

Dopo i 3 anni segnati da Covid-19, «siamo in una situazione veramente delicata  ̶  osserva l’esperto  ̶  perché è vero che c’è una maggiore consapevolezza dei rischi legati alle pandemie, ma c’è anche una sorta di rifiuto, un’irritazione delle persone» su questi allarmi, «anche comprensibile rispetto alle tante sofferenze patite con Covid». Per questo Pregliasco invita a non abbassare la guardia, senza però seminare paura.

«L’elemento veramente importante  ̶  tiene a precisare  ̶  è quello che riguarda i controlli in ambito di sanità pubblica veterinaria, la necessità di rafforzarli in un’ottica “One Health”, di salute per tutti» che si tratti di uomo, ambiente e animali. «Un concetto teorico, ma da applicare sempre di più», esorta il virologo.

 

(ph: Imagoeconomica)

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