ATMP Forum – l’intervento del Viceministro alla Salute
Pierpaolo Sileri: «Per le ATMP occorre creare una rete. Covid? Necessaria una mappa territoriale delle fragilità per intervenire»

È intervenuto, in occasione della web conference ATMP Forum 2020 (29 ottobre 2020) durante la quale è stato presentato il Terzo Report Italiano sulle Terapie Avanzate, il Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri: «Lo scorso anno firmai la prefazione del Report e fu per me una grande possibilità di apprendimento, così come lo è quest’anno leggendo tutto il Report. Capire cosa accade in Italia e in Europa nel campo delle Terapie Avanzate è interessante e utile. Di certo, non mancano le criticità».
In riferimento a quest’ultime, il Viceministro Sileri dichiara: «In questo contesto si parla di modelli terapeutici innovativi, quali le ATMP, ma ad oggi non esiste purtroppo una rete che consenta un regolamento e una gestione eguale sul territorio, come poi si evince anche dal Report. Manca quindi una standardizzazione dei processi produttivi, e questo causa scarsi confronti. Da tutto questo ̶ continua Sileri ̶ derivano elevati costi di produzione a livello nazionale. Il Ministero ha identificato, per finanziamenti pari a 60 milioni di euro da distribuire sino a 2022, 6 centri sul territorio nazionale. Il Ministero quindi è in prima linea verso questo modello terapeutico che ci pone, in ambito competitivo, al centro dell’Europa. Ma per procedere in questa direzione occorre un’alleanza con l’Industria, che deve essere coinvolta in tutti i processi. Credo sia necessario quindi un dialogo anzitutto, incentivare il rapporto pubblico-privato, sfruttare il finanziamento europeo… Tutto questo crea le condizioni per superare le criticità alle quali accennavo. Mi faccio promotore delle proposte avanzate in quest’edizione del Forum sperando che il prossimo anno ci siano delle novità in merito».
Il Viceministro Sileri è poi intervenuto in riferimento alla preoccupante situazione emergenziale legata al Covid: «In merito alle misure restrittive, se l’aspettativa è un calo significativo di numeri del contagio, a mio avviso non ci sarà. Il Dpcm mira a stabilizzare il numero dei contagi per non stressare le terapie e permettere il contact tracing. In questo momento non credo ci siano i presupposti per un lockdown nazionale, ma i lockdown che io chiamo “chirurgici” credo che in alcune aree possano rivelarsi necessari. Più il virus circola, più rischia di colpire i nostri anziani. Ricordo che vengoo colpiti anche i giovanissimi, ma dobbiamo cercare in questa fase di proteggere le categorie a rischio. Dobbiamo fare una mappa territoriale delle nostre fragilità per intervenire. Pensiamo all’importanza delle farmacie rurali, ad esempio, che conoscono le fragilità dei propri pazienti e residenti e facendo rete con associazioni, curia e tutto quello che vi è sul territorio cerchiamo di tutelare i più fragili. Nelle RSA bisogna fare test salivari rapidi e chiunque entra deve risultare negativo. Dove questo non è possibile, si faranno lockdown localizzati».
